prov. di napoli

Portici (Na), Piazza San Ciro

Portici (Na), Piazza San CiroIl nome di Portici, secondo alcuni autori, deriverebbe dai portici del foro dell’antica Ercolano, mentre secondo un’antica leggenda Portici sarebbe stata fondata dai romani intorno alla villa di Quinto Ponzio Aquila, nobile romano, congiurato contro Cesare, caduto nella battaglia di Modena del 43 a.C. A conferma di tale leggenda, ci sarebbe il reperto, ritrovato sotto gli scavi di Palazzo Mascabruno, raffigurante un’aquila, attualmente emblema dello stemma comunale, che reca sotto gli artigli le iniziali Q.P.A. Portici era un piccolo casale, che nel 1415, per volere della Regina Giovanna II, fu ceduta al nobiluomo e avventuriero napoletano Sergianni Caracciolo insieme ad altri territori vesuviani , in cambio di denaro. Dapprima Tenuta, poi Capitania dal 1454 , Portici divenne feudo nel 1638, quando Anna Carafa , viceregina e già Capitana di Portici, acquistò i casali vesuviani messi in vendità dal re.L’epoca feudale fu assai buia per i porticesi come durante la dominazione dei crudeli fratelli Troise, ai quali la famiglia Carafa concesse in fitto i feudi vesuviani dal 1671 al 1674. Questo periodo fu duro anche per la disastrosa eruzione del Vesuvio del 1631, che causò la morte di quattromila uomini e seimila animali. Per commemorare tale sciagura, lo studioso Padre Orso che dimorava nella casa dei gesuiti, ebbe l’incarico dal vicerè di comporre il testo di due lapidi. La prima fu murata al confine fra Torre del Greco e Torre Annunziata, l’altra a Portici di fronte all’attuale via Giordano, e poi successivamente spostata all’imbocco della via del Granatello (oggi Gianturco). Portici si liberò dal giogo feudale stringendo un patto di alleanza con i vicini comuni di Resina e Torre del Greco. Il 17 dicembre 1698 porticesi, resinesi e torresi reclamarono insieme il diritto di prelazione sull’acquisto della loro terra e si raccolsero in ogni famiglia i fondi necessari per il riscatto feudale. Il 18 maggio 1699 il presidente della Regia Camera della Summaria, don Michele Vargas Maciucca, decretò che Portici, Resina e Torre del Greco fossero sciolte dal vincolo feudale. Il periodo aureo di Portici, libera ed autonoma, iniziò con l’arrivo di Carlo III di Borbone che decise nel 1738 di costruirvi la propria residenza estiva.Attorno al Palazzo Reale l’aristocrazia napoletana fece edificare le proprie residenze dando vita al fenomeno architettonico noto come “Ville Vesuviane del Miglio d’Oro”.