prov. di napoli

Marigliano (Na), Piazza Municipio

Marigliano (Na), Piazza MunicipioSulle origini di Marigliano non si hanno dati certi, sicuramente la Città, posta al centro dell’Agro nolano, esisteva già in epoca romana, come testimoniano le iscrizionifunerarie ed i reperti archeologici risalenti al I e II secolo d.C..Tra gli studiosi di storia locale più accreditati, ilTurboli identifica il territorio della Città con l’area sulla quale il console Claudio Marcello stabilì il proprio accampamento durante la guerra contro Annibale. In questo accampamento si stabilirono, successivamente,le famiglie dei legionari, tra le quali quella dei Mari, da cui deriverebbe il nome della Città. Tale tesi parrebbe essere comprovata dalla struttura urbanistica dell’attuale centro storico. Il Ricciardi afferma che la Città, già colonia romana, abbia avuto origine dalla esistenza sul suo territorio di un antica villa di proprietà della “Gens Maria” . La Villa, posta al centro di un vasto latifondo, potrebbe aver rappresentato il nucleo originario attorno al quale sorse la Città. Il primo documento, pergamenaceo, che attesta l’esistenza certa di Marigliano è un atto di cessione di un fondo sito in Marilianum e risalente al 917. Il territorio cittadino, devastato dalle invasioni barbariche, non fu assoggettato ad istituzioni di tipo feudale fino al 1132 e divenne contea nel 1482 quando Alberico Carafa, consigliere del Regno, fu nominato conte da Re Ferdinando. Dopo una serie di vicende, legate agli avvenimenti storici dell’epoca, la contea fu ceduta a Giulio Mastrilliche, nel 1644, ottenne da Filippo IV di Spagna il titolo di Duca. La famiglia Mastrilli eserciterà il suo dominio sul territorio di Marigliano per i successivi centocinquanta anni. Il 2 agosto del 1806 Giuseppe Bonaparte dichiarò definitivamente estinta la feudalità e Marigliano divenne un libero Comune. Il 2 aprile del 1896, il Re Umberto I ed il Presidente del Consiglio Francesco Crispi, firmarono il Decreto con il quale si concedeva a Marigliano il titolo di Città. L’area mariglianese soffrì le condizioni di sottosviluppo del Mezzogiorno per tutto il XX secolo e l’estrema incertezza delle condizioni di vita nei due dopoguerra. Anche se viene risparmiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, nel secondo dopoguerra l’agricoltura subì un gravissimo danno dalla dorifora (o “parassita della patata”): la produzione di tuberi (l’ortaggio più coltivato con il pomodoro di San Marzano) fu devastata per anni, causando enormi ripercussioni sull’economia della zona soprattutto negli anni cinquanta. L’esasperazione culminò con la protesta del luglio 1959, quando quasi tutti i contadini del paese manifestarono per le precarie condizioni di vita. La protesta degenerò poi con l’incendio del Palazzo del Municipio e vari episodi di violenza. A partire dagli anni sessanta, il mariglianese venne interessato dalla modernizzazione agricola, da una timida industrializzazione (legata più che altro al polo di Pomigliano d’Arco) e dallo sviluppo dell’edilizia e dell’artigianato.