prov. di avellino

Cervinara (Av), via Renazzo, Palazzine

Cervinara (Av), via Renazzo, PalazzineLa leggenda vuole che il nome Cervinara derivi da un altare dedicato dai Romani a Cerere, dea delle messi. Il toponimo compare, per la prima volta, in un documento dell’837 che descrive la donazione del “castrum quod dicitur Cerbinaria in Caudetanis” al principe beneventano Sicardo da parte dei monaci di San Vincenzo al Volturno. Il borgo, probabilmente, sorse tra il IX e il X secolo d.C., in età longobarda, quando le popolazioni si concentrarono, dalle campagne, intorno al borgo fortificato in località Castello. Cervinara ebbe numerosi feudatari, tra cui i Della Leonessa, i Filangieri, i Carafa, i Caracciolo ed i Sant’Eramo. Dal Feudalesimo fino agli inizi del 1800 Cervinara conobbe un forte sviluppo agricolo, soprattutto grazie alla particolare fertilità del suolo. Durante il Risorgimento il paese contribuì ai moti liberali del 1820 e del 1848, quando i carbonari decisero di partire proprio da Cervinara per marciare su Napoli ed instaurarvi la Repubblica. Ma i fermenti rivoluzionari non riuscirono mai a coinvolgere la maggioranza della popolazione, anzi, il paese, il 29 e 30 novembre 1860, si schierò dalla parte dei Borbone ed insorse contro il governo piemontese che giungeva nel Regno di Napoli per occuparlo. Ebbe, così, inizio il periodo del Brigantaggio, che si configurò come una vera e propria guerra partigiana. Le bande di Cipriano e Giona La Gala, scelsero come rifugio i monti sovrastanti il paese per combattere contro l’invasore straniero. Questo triste periodo è stato ritratto da due cervinaresi illustri: lo storico Luigi Barionovi in una serie di studi legati al territorio non solo cervinarese, e dallo scrittore Angelo Renna nel suo romanzo storico “Terre di Briganti”. A causa di intense piogge il 16 dicembre 1999 una frana fangosa si abbatté sulle frazioni di Ioffredo e Castello, mietendo cinque vittime e distruggendo o danneggiando vari edifici.