prov. di avellino

Mercogliano (Av), Funicolare di Montevergine

L’idea di realizzare una vettura a trazione funicolare viaggiante su di un tracciato che collegasse Mercogliano con Montevergine fu dell’abate Guglielmo De Cesare che lo riteneva il mezzo più idoneo, e per visitare il monastero di Mamma Schiavona e per godere della lussureggiante natura paesaggistica. Tale opera nel 1882 giunse già ai due terzi del suo compimento ma tardò nell’ultimazione a causa del susseguirsi di eventi bellici e non. Bisogna aspettare il 1926 quando il successore dell’abate De Cesare, don Ramiro, costituì una società denominata “Partenion” che il 25 aprile dello stesso anno dette inizio ai lavori per la costruzione della stazione di partenza. Nel 1929 tale società venne rilevata interamente dalla Comunità Benedettina che sotto la denominazione di Società Immobiliare Irpina  (S.I.I.) ottenne la concessione cinquantennale per l’esercizio dell’impianto con decorrenza 17 luglio 1931. Il 23 giugno 1956 l’abate Anselmo Tranfaglia inaugurò la funicolare. Ancor prima della scadenza della concessione, nel novembre del 1973, il Ministero dei Trasporti dispose la chiusura dell’esercizio a causa del sempre più evidente deterioramento della struttura. Gli alti costi di gestione fecero sì che nei primi mesi del 1976 ci fu il trasferimento della concessione dell’esercizio dalla S.I.I. alla Filovia Atripalda-Avellino-Mercogliano, Azienda Trasporti in pubblica gestione regionale di Avellino che chiuse per lavori l’impianto fino al 23 maggio 1981. Allo scadere della convenzione cinquantennale, la Regione Campania acquistò la società (che nel contempo aveva assunto la denominazione di S.P.A. Funicolare Montevergine) nella veste di Consorzio Servizi Pubblici di Trasporto Urbano ed Extraurbano di Avellino e successivamente, con delibera 6810 del primo ottobre 1986, affidò alla stessa la  gestione delle aziende del settore, compresa la funicolare. Il 16 gennaio 1988 la Regione stabilì l’unificazione dell’Azienda Funicolare (che cessò la propria autonoma attività) con quella dei servizi extraurbani. Tutt’ora l’impianto rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda A.IR. Autoservizi Irpini S.p.A.