prov. di caserta

S. Felice a Cancello (Ce), Viale Abatemarco

S. Felice a Cancello (Ce), viale AbatemarcoLa zona era abitata già in epoca remota come dimostrano resti architettonici di un tempio di epoca Sannita; nei pressi si suppone fosse stanziata la base militare del console Marco Claudio Marcello durante la seconda guerra punica (la piazza principale della frazione Cancello si chiama ancora oggi “Castra Marcelli”). I primi insediamenti stabili in epoca più recente risalgono al X secolo d.c. quando si formò un primo nucleo abitato intorno ad una cappella intitolata a San Felice. Per secoli le popolazioni della zona rimasero alle dipendenze dell’antico feudo di Arienzo fino al 1791, quando i sei casali che si erano sviluppati nella zona riuscirono ad ottenere l’indipendenza comunale con il nome di “Sei Casali di Arienzo”. Il nome originario fu mutato una prima volta con un decreto regio il 14 dicembre 1824 in “San Felice”. La costruzione della ferrovia Napoli-Caserta fu ultimata intorno al 1840. Dopo l’Unità d’Italia, il nome del comune fu di nuovo cambiato nell’attuale San Felice a Cancello. Nel 1928 in ottemperanza alla legge fascista che decretava la fusione di comuni limitrofi di piccole dimensioni, San Felice a Cancello perse la sua autonomia con l’annessione ad Arienzo nel comune di Arienzo-San Felice passando nel contempo alla provincia di Napoli fino alla ricostituzione del comune avvenuta nel 1948. Si racconta che durante la ritirata dei Tedeschi gli occupanti fecero demolire alcuni palazzi per ostacolare l’avanzata anglo-americana. Mentre le colonne tedesche fuggivano dal paese, una ragazza che allattava il proprio figlio scoppiò a ridere, per prendere in giro i Tedeschi. Un soldato le stava per lanciare una granata, ma per fortuna venne fermato in tempo.
L’economia si è basata quasi esclusivamente sull’agricoltura fino agli anni sessanta, i cui prodotti principali sono cavolfiori, patate, fagioli, granturco, pomodori e tabacco in pianura, olive e castagne in collina, affiancata da attività artigianali storiche come la costruzione di ceste. In quel periodo si è tentata una evoluzione con l’affermarsi di una piccola industria principalmente nel settore tessile e calzaturiero; lo scarso successo alla lunga di quelle iniziative e la vicinanza di Napoli e Caserta fa oggi di San Felice a Cancello un paese dalla tipica economia suburbana integrata da un piccolo commercio diffuso.

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